CASE FAMIGLIA. PER ALCUNI E' UN BUSINESS DA ALLARGARE

Jakub Stanislaw Golebiewski • ago 17, 2020

Da parecchi anni coltivo un sogno che vorrei si realizzasse quanto prima, quello di voler chiudere gran parte delle circa 1800 case famiglia sparse sul territorio nazionale. Ecco il perchè...

Da parecchi anni coltivo un sogno che oggi, più che mai vorrei si realizzasse, quello di voler far chiudere gran parte delle circa 1800 case famiglia sparse sul territorio nazionale. Perché? Semplice, andrebbe a beneficio di una sana politica in grado di intervenire con aiuti concreti verso famiglie fragili nell'interesse e nella tutela dei figli minori. Offrire un welfare efficace “per” le famiglie e non sottrarlo “alle” famiglie.

I fenomeni del sito soldioggi.it sono riusciti ad infrangere completamente questo stupendo sogno. Con un articolo vergognoso nel quale si spiega, stile checklist, come aprire una casa famiglia, ci illuminano scrivendo che è un business tutto da allargare perché in Italia è ancora marginale. Marginale un cazzo!

Vediamo invece come funziona questa miniera d'oro. Quello delle case famiglia è un business miliardario, stimato in oltre un miliardo e mezzo di euro l’anno. In Italia il numero esatto dei minori ospiti di queste strutture non è noto. Da fonti non ufficiali si stimano oltre 30.000 tra bambini e ragazzi. Un esercito di figli di un Dio minore, anzi figli di una sentenza, di un tribunale, dei servizi sociali, delle istituzioni, figli di nessuno.

Un grande esercito in un girone dantesco assurdo in cui entrano in una casa-famiglia da neonati e, sembra paradossale, a volte ci restano fino a quando diventano maggiorenni perché l'affare, in fondo in fondo, consiste proprio nel prolungare i tempi di permanenza. Può accadere addirittura che, una volta raggiunta la maggiore età, e uscito dalla struttura in cui è cresciuto, al ragazzo tocchi ritornare nella famiglia di origine, come se il tempo non fosse mai passato, o, peggio, passato inutilmente solo per saziare chi sul loro prezioso tempo ci specula.

Ogni ospite che risiede in una casa-famiglia costa al cittadino dai 70 ai 150/200 euro al giorno ma può arrivare anche a 400, tutto denaro che esce dalle casse dei Comuni. Ma è denaro buttato, sprecato e ne sono la prova quei ragazzi maggiorenni che usciti dagli istituti non sanno dove andare. A mio avviso queste situazioni sono intollerabili e rappresentano l'esatta negazione della funzione delle case famiglia. E’ la dimostrazione esatta di come l'obiettivo di una struttura di accoglienza - che dovrebbe essere un luogo di transito, una specie di "parcheggio" temporaneo in attesa dell'affido - può naufragare.

Nonostante le casse di molti Comuni siano al verde, le case-famiglia sono in continuo aumento e il sito www.soldioggi.it ci mette anche la ciliegina sulla torta. Si conosce pochissimo di questi posti e di quello che accade realmente all'interno, infatti non abbiamo un corretto censimento, numeri, situazioni, problemi. Nella maggior parte dei casi vengono portati all'esterno solo grazie alla sensibilità di qualche operatore e/o assistente sociale che viene immediatamente allontanato dal sistema. Il destino più comune per un bambino che cresce in una casa famiglia è quello di diventare un pacco, sballottato di qua e di là, da una comunità all'altra. A volte le comunità se li contendono come merce preziosa e su questo nessuno dovrebbe avere più dubbi.

La cosa ancora più assurda di questo business è che lo Stato paga le case famiglia ma nessuno chiede una giustifica delle spese, nessuno vigila, nessuno controlla, non esiste resoconto alcuno. Sarebbe giusto che ogni comunità rendesse pubbliche le modalità con cui vengono utilizzati i fondi per il cibo, per il vestiario, per gli psicologi o le varie attività. In assenza di informazioni dettagliate, i bambini sono costretti a stare in questi posti e nessuno gli fa fare niente. Non crescono, non vivono la vita, non incontrano amici, non fanno sport né gite. Lo Stato gestisce un business miliardario sui bambini nella più totale disorganizzazione.

Ma c’è dell’altro. Nel libero mercato delle case famiglia c’è chi, per essere competitivo, abbatte la diaria giornaliera fino a ridurla a 30-40 euro. Più la abbassi e più bambini riesci a far confluire nella tua struttura attraverso l'input dei servizi sociali che, a cascata, agiscono su indicazione del tribunale. Quanti di voi hanno subito minacce da parte degli assistenti sociali che si ripromettevano di strapparvi i figli per metterli in comunità? Ecco, il piatto è servito!

Ricevo diverse mail e le storie che mi vengono raccontate compongono un campionario da fare accapponare la pelle a chiunque. Voglio restare lucido, e mi rivolgo in primis ai responsabili di questo assurdo sistema in cui ogni vita congelata, sfilacciata, ogni odissea che abbia per protagonista un bambino, un figlio "di nessuno" si deposita sul fondo di una mala amministrazione che ha forse interesse nel non voler vedere nè sentire.

di Jakub Stanislaw Golebiewski
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